
Copagri Frosinone-Laina e Unci Agroalimentari si appellano alle istituzioni
“Subito il decreto di demolizione dei pescherecci obsoleti ricompresi nell’area GSA 10 e conseguente erogazione dell’indennizzo ai pescatori”.
Questa la richiesta avanzata da Copagri Frosinone-Latina e Unci Agroalimentare sud pontino, dopo aver raccolto le istanze dei pescatori che operano nel golfo di Gaeta.
Le GSA sono aree sub geografiche create per monitorare in modo operativo le attività di pesca, valutare i dati biologici del Mediterraneo, definire le risorse e le strategie di conservazione delle specie marine. L’area 10 è quella che si riferisce alla zona di pesca del Mediterraneo centro-meridionale, che include il Mar Tirreno centro-meridionale.
Nell’80 percento delle coste italiane è già consentito usufruire del decreto di demolizione dei pescherecci, ma non nella GSA 10, di conseguenza, le difficoltà dei pescatori del sud Pontino, alle prese con specie aliene, caro gasolio, mancanza di misure integrative, aumentano giornalmente, fino a mettere a rischio l’intero comparto.
“I nostri pescatori – spiegano il Presidente Copagri Frosinone-Latina Fabrizio Neglia e il coordinatore Copagri e UNCI Agroalimentare per il sud pontino Erminio Di Nora – chiedono che anche nell’area denominata GSA 10, venga data la possibilità di demolire le vecchie e obsolete imbarcazioni che presentano costi di gestione sempre più alti, e consentire l’acquisto di mezzi più moderni e adatti alle attuali condizioni del mare. Ad oggi, purtroppo, non ci sono neanche bandi che permettano l’ammodernamento dei pescherecci secondo le normative vigenti, ecco perché l’attuazione del decreto di demolizione assume un’importanza vitale per il settore”.
Solo a Minturno, quasi l’intera categoria, storicamente una delle più numerose del sud Pontino, oggi ridotta ai minimi termini, ha già comunicato la disponibilità a demolire o ammodernare la propria flotta. Molte adesioni sono arrivate anche dalle altre zone del territorio.
Nelle altre zone d’Italia, chi demolisce il proprio peschereccio, ottiene un contributo a fondo perduto in base alla potenza dell’imbarcazione: “I pescatori della nostra zona – chiosano Neglia e Di Nora – chiedono perché non venga data loro questa possibilità. Domanda che, come organizzazione sindacale, rivolgiamo alle istituzioni”.