
“Latina, ancora una volta il mare si prende le nostre spiagge. La filiera politica? Assente.”
Alla prima mareggiata estiva importante della giornata del 21 agosto, sul litorale di Latina alcuni stabilimenti si sono ritrovati a dover togliere gli ombrelloni finiti direttamente in mare. Una scena che parla da sola: la spiaggia che scompare, il mare che avanza, e operatori balneari costretti a difendersi come possono.
È passato un anno e, nonostante i proclami e la tanto sbandierata “filiera di governo” – Comune, Regione e Governo – ci ritroviamo al punto di partenza. Come già accaduto per la ZES, anche qui la filiera fa acqua da tutte le parti. Gli assessori al Turismo, alla Marina, i presidenti e i rappresentanti territoriali ci sono, eppure la domanda sorge spontanea: con chi parlano? Perché nulla è stato fatto, o quel poco che è stato messo in campo è risultato insufficiente, sotto gli occhi di tutti.
Si continua a parlare di rilancio turistico, ma come si può pensare a un turismo solido se nemmeno i cittadini di Latina possono godersi il mare di casa loro? Non servono convegni o passerelle: servono interventi strutturali. Da anni si conoscono soluzioni ingegneristiche come i tetrapodi, barriere frangiflutti e altre opere capaci di contrastare l’erosione. Ma restano solo parole, mentre il mare si porta via un pezzo di costa alla volta.
E così ci ritroviamo, a distanza di due anni, a guardare spiagge vuote o, peggio, inesistenti. Una cartolina malinconica che non racconta di un territorio che convive con il mare, ma di una comunità lasciata sola, costretta ad assistere impotente all’avanzata delle onde e all’assenza della politica.
Latina merita una visione, un impegno serio, interventi concreti da parte della regione. Perché senza spiaggia, non c’è turismo e un’intera economia locale si inaridisce, proprio come le nostre speranze.
PATTO TRICOLORE – RETI CIVICHE IN MOVIMENTO