
Gli appuntamenti dal 27 al 29 luglio della XIV edizione della rassegna
promossa dall’Associazione Pro Loco Sabaudia.
Camillo Grassi e il suo “Condor” aprono la seconda settimana di rassegna.
Protagonista anche la leggerezza dell’ironia e l’immancabile pomeridiana dedicata ai più piccoli
Diciassette storie per un unico racconto che parla di trasformazioni, scoperte, attraversamenti. All’ascolto di una parola condivisa, di un gesto teatrale che unisce e mette in discussione, che accoglie e sorprende, abbracciando al contempo la leggerezza come forma di profondità. Sul palcoscenico a cielo aperto de Il Parco e la Commedia – rassegna promossa dalla Pro Loco Sabaudia, in collaborazione con il Parco nazionale del Circeo e la Città di Sabaudia, con i patrocini di Regione Lazio, Confcommercio Lazio Sud e UILT – Unione Italiana Libero Teatro – la prima settimana di programmazione ha restituito tutta la ricchezza di un progetto capace di raccontare quanto di divertire e interrogare. E il pubblico, ancora una volta, risponde con una presenza calorosa, un ascolto partecipe e la bellezza del ritrovarsi. Perché Il Parco e la Commedia non è solo teatro: è un tempo condiviso che da quattordici anni si rinnova.
Ma il racconto continua attraverso un appuntamento molto atteso. Domenica 27, come sempre alle 21, Camillo Grassi porta in scena il suo “Condor”, tratto dal testo di Gianni Clementi, per la regia di Massimo Venturiello, per una produzione Officina Teatrale. “Il Condor” è un monologo sul ciclismo, ma vissuto attraverso la figura gregario: colui che per mestiere non deve vincere mai, ma sostenere i campioni nei momenti di crisi, tirare loro la volata e portarli sul podio. I gregari, nella vita come nello sport, non arrivano mai sulle prime pagine, ma le loro storie fatte di mancati riscatti e sogni mai del tutto spenti, spesso, riescono a colpirci più delle altre. Forse perché in queste riusciamo a riconoscerci. Chi, almeno una volta in vita sua, non ha pensato di vincere? Chi non ha mai sognato di arrivare al traguardo per primo? Stretto sulle curve della vita e i tornanti di montagna, “Il Condor” sogna finalmente di volare. Ma il superamento del fatidico limite della mediocrità, quando il fine giustifica i mezzi, come ricorda la cronaca sportiva, spesso coincide con una falsità, e le ipotesi di gloria si trasformano in tragedia. Il monologo diventa così un racconto di quanto per ciascuno di noi sia importante sentirsi riconosciuti e di quanto siamo disposti a sacrificare per occultare, anche solo per un attimo, la nostra piccolezza. In un mondo che non prevede concettualmente i deboli, anche se poi non può farne a meno, in una società competitiva e senza scrupoli, dove solo i vincenti, a qualsiasi costo, sembrano trovare spazio, “Il Condor” è forse solo un pretesto ciclistico per parlare d’altro. Ma anche per ricordare odori dimenticati d’infanzia, profumi d’arance spagnole, visioni ad alta quota di una povertà sconosciuta alle nostre rassicuranti latitudini. Resta il sogno del gregario: un desiderio talmente umano da non poter non sollecitare in chi lo ascolta, in uno sfogo ironicamente tragico, un istinto di solidarietà. La voce di Camillo Grassi, nonostante il suo personaggio non preveda nessuna empatia, con il suo dialetto dai toni agro-dolci e ironici, in un monologo così “suo”, lascia il segno, attraversa e – proprio come il condor – continua “a volare”.
Cambio di toni e lunedì 28 torna nuovamente protagonista la voce del teatro amatoriale con la Compagnia Santa Maria Goretti, diretta da Gianni Mainardi e Rosario Matrone, che porta in scena la commedia brillante “DOC: comicamente disturbati”. In una clinica specializzata nella cura dei disturbi mentali si sperimenta un nuovo farmaco che potrebbe aiutare sei pazienti volontari, affetti da disturbi compulsivi ossessivi, a recuperare il loro equilibrio psicofisico messo a dura prova da paure nascoste. Una commedia che invita a prendersi gioco delle nostre fobie, aiutandoci a ridere di noi stessi e delle nostre fragilità che ci rendono unici eppure al tempo stesso così simili gli uni agli altri.
Opera A.P.S. martedì 29 fa il bis. Alle 18.30 è protagonista l’appuntamento interamente dedicato ai più piccoli con “I vestiti nuovi dell’imperatore”, una rilettura anche attraverso musiche e canzoni della celebre fiaba di Andersen, mentre alle 21 la scena è per “Comicov”. Diretto e interpretato da Gianni Pontillo, con Deborah Caroscioli, Laura Leo e Fabio Peloso, lo spettacolo è un’esilarante carrellata di atti unici e sketch, tra vaudeville e teatro sociale, dove l’ironia di Čechov incontra le nevrosi dell’amore, del denaro e dei rapporti umani. Coppie che litigano per un prato, vedove pronte al duello, innamorati in crisi e lettere tragicomiche: quattro storie che fanno ridere, riflettere… e riconoscersi!
L’evento, come è stato fin dalla prima edizione, manterrà la gratuità d’ingresso, grazie all’imprescindibile sostegno economico di attività produttive che rinnovano sempre in modo crescente il loro contributo e consentono di portare in scena sedici serate di teatro, dialogo e collaborazione.