Nella serata di ieri, i Carabinieri dell’Aliquota Operativa del Nucleo Operativo e Radiomobile della
Compagnia Carabinieri di Terracina hanno eseguito un’Ordinanza di Custodia Cautelare in carcere emessa
dal Tribunale – Ufficio del Giudice per le Indagini Preliminari – di Latina nei confronti di un uomo, classe
1969, originario e residente in Latina, gravemente indiziato di aver turbato la libertà di una gara pubblica per
la vendita di un compendio immobiliare ubicato in Latina, di proprietà del padre, attraverso minacce,
promesse ed altri mezzi fraudolenti, ai danni di una donna, residente in un piccolo paese dei Monti Lepini,
che se ne era aggiudicata l’acquisto e che ha dovuto rinunciare poiché intimorita dall’uomo. Per questo,
l’indagato dovrà rispondere anche di tentata estorsione.
Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Latina, hanno avuto origine dalla denuncia
presentata dalla donna presso la Stazione Carabinieri del suo paese, riferendo che nel dicembre dello scorso
anno, dopo aver partecipato alla gara, aggiudicandosela, aveva versato una caparra di ben 12.000 euro, con
riserva di saldare il residuo di 130.000 euro entro la metà del successivo mese di aprile. Qualche giorno
prima, agli inizi di aprile, mentre era a casa con i suoi familiari, la vittima era stata raggiunta dall’indagato,
che l’aveva invitata a rinunciare all’acquisto dell’immobile, con la promessa che avrebbe avuto indietro la
caparra. Alle titubanze della donna, l’uomo le aveva prospettato che avrebbe dato fuoco all’immobile
aggiudicato. Per timore, la donna aveva accettato la proposta dell’uomo sicché, il giorno prima del saldo del
pagamento, aveva chiamato l’indagato per avere conferma che se avesse accettato avrebbe quantomeno
ricevuto indietro i 12mila Euro di caparra. L’uomo l’aveva rassicurata ribadendo, però, che se fosse andata
avanti con la procedura di aggiudicazione, l’immobile sarebbe stato dato alle fiamme, vantandosi del fatto
che pregressi tentativi di vendita dell’immobile non erano andati a buon fine poiché, allo stesso modo, era
intervenuto personalmente con i potenziali acquirenti. La donna non aveva quindi versato il saldo per
l’aggiudicazione del bene, così perdendo ogni diritto. Nei giorni successivi, sebbene più volte contattato dalla
vittima, l’indagato si era reso irreperibile. I riscontri acquisiti dai militari operanti, attraverso l’escussione di
persone informate sui fatti, l’analisi di tabulati telefonici e della documentazione relativa all’esecuzione
immobiliare del lotto in questione hanno confutato la genuina versione della donna.