Il Movimento 5 Stelle chiede che venga inserita nella delibera la sola proposta percorribile:
l’aumento gratuito del capitale sociale attraverso l’utilizzo delle riserve del patrimonio netto di
Acqualatina.
Si è riunita oggi la Commissione Bilancio e Patrimonio del Comune di Latina per discutere la
delibera d’indirizzo con cui affidare alla Sindaca il mandato di voto in vista della prossima
Conferenza dei Sindaci dell’ATO4 – convocata, salvo rinvii (che pare ci saranno), per il 31 ottobre
– sulla richiesta di aumento di capitale sociale di 30 milioni di euro avanzata da Acqualatina.
Nel corso della seduta ho espresso una posizione netta e contraria rispetto alla proposta
trasmessa dal rappresentante del Comune di Latina delegato dalla Sindaca – l’avvocato Mignano
– durante l’ultima riunione dell’Ufficio di Presidenza, come confermato dalla stessa Sindaca in
Consiglio Comunale.
Una delega la cui stessa legittimità peraltro è discutibile, poiché, come stabilito dal regolamento,
tale delega può essere assunta solo da consiglieri o assessori. L’avvocato Mignano, invece, è il
consulente legale gratuito della Sindaca: né consigliere né assessore, e ad oggi non è neppure
chiaro se il suo incarico sia ancora in essere, considerato che una mia interrogazione sul tema –
presentata ad agosto – non ha ancora ricevuto risposta.
La proposta da lui avanzata, e ripresa nella delibera arrivata oggi in Commissione, prevede di
rinunciare ai crediti vantati dai Comuni nei confronti di Acqualatina (per canoni di concessione per
l’uso delle condotte) per trasformarli in quote di capitale.
Una proposta tecnicamente, giuridicamente ed economicamente inaccettabile, che equivarrebbe
a cancellare risorse pubbliche certe dei bilanci comunali a beneficio del gestore privato, con
rischio di possibile sconfinamento anche nel danno erariale.
Come Movimento 5 Stelle, ho chiesto invece di inserire nella delibera l’unica proposta sensata e
sostenibile, in assenza di un piano di ristrutturazione aziendale, già formalizzata con una mozione
a mia firma, protocollata a settembre: un aumento gratuito del capitale sociale attraverso
l’utilizzo di una parte delle riserve del patrimonio netto di Acqualatina, che ammontano a oltre
100 milioni di euro.
Si tratterebbe quindi di un’operazione a costo zero per i Comuni, possibile in virtù degli utili
accantonati negli anni e mai distribuiti ai soci.
Alla mia proposta sia l’assessora che i consiglieri di maggioranza hanno risposto che Acqualatina
non sarebbe d’accordo perché necessita di liquidità, ma ho ricordato loro che il socio pubblico,
che detiene il 51%, decide il da farsi e, in realtà, ha già deciso di non versare neanche un
centesimo di soldi pubblici per aumentare il capitale sociale di Acqualatina, soprattutto a fronte
dell’assenza di valide motivazioni a sostegno della richiesta, arrivata corredata solo da una
generica dichiarazione di difficoltà economiche non suffragata da documenti contabili.
Durante la Commissione l’assessora ha tentato di giustificare la presenza in delibera della
proposta Mignano parlando di una “ipotesi iniziale”, ma la verità è che oggi quella proposta è
scritta nero su bianco in una delibera arrivata in commissione corredata di tutti i pareri e sarebbe
andata in votazione se non fosse stata contestata dall’opposizione, dopo la segnalazione del
consigliere Bellini.
O è una bozza di delibera mal gestita, o è una scelta consapevole: in entrambi i casi, un errore
grave che non può restare senza chiarimenti.
Per il Movimento 5 Stelle, Latina – Comune capofila dell’Ambito – deve alzare l’asticella della
competenza e della responsabilità politica, soprattutto su un tema centrale come quello
dell’acqua, bene comune per eccellenza.
Non possiamo accettare che si continui a gestire la questione in maniera raffazzonata e poco
chiara, mentre i cittadini subiscono disservizi continui, basse pressioni, interruzioni idriche
improvvise e bollette sempre più pesanti.
Non è accettabile che un gestore che pubblica bilanci che chiudono con utili milionari – 7 milioni
nel 2023 e 11 milioni nel 2024 – e con una riserva di patrimonio netto di 100 milioni di euro, chieda
nuovi capitali ai Comuni quando dovrebbe garantire un servizio equo, efficiente e accessibile a
tutti, ma è capace solo di aumentare le bollette e lasciare gli utenti senz’acqua.
L’acqua è un diritto, non una fonte di profitto.
Firmato:
Consigliera Ciolfi Maria Grazia
Capogruppo M5S Latina