L’ultimo libro di Claudio Marrucci è un testo di drammaturgia teatrale ispirato alla commedia all’italiana. Pubblicato da Edizioni Croce, s’intitola “La Madonna Licenziata. Due cuori e una capanna”. Questa la trama: una compagnia teatrale sta allestendo un presepe vivente. A causa di dissidi interni, la Madonna sciopera e viene licenziata. Un miracolo inaspettato le restituirà il lavoro alle condizioni richieste. Claudio Marrucci, romano di nascita, ma livornese di origine tratta con leggera e dissacrante ironia temi all’apparenza complessi come la condizione dei lavoratori (in particolare quelli dello spettacolo), l’impatto dell’intelligenza artificiale e della realtà aumentata sul lavoro creativo, la crisi del diritto d’autore, la desertificazione commerciale (ovvero la chiusura dei negozi nei centri abitati), la sovrapproduzione industriale, l’inflazione, il clientelismo inerte della politica, le guerre alle porte dell’Europa. Questi temi condizionano la vita quotidiana di tutti, compresi i quattro protagonisti della commedia. Il libro è un omaggio a Pier Paolo Pasolini e al suo Vangelo Secondo Matteo, ma anche al Vernacoliere (giornale satirico livornese) e agli autori di Charlie Hebdo (con questi ultimi Marrucci ha condiviso lo stesso editore italiano: il compianto Francesco Coniglio). Madonna Licenziata scrive nella prefazione Guido Lomoro, direttore artistico di Teatrosophia “è un presepe di protesta, una protesta anarchica e disorganizzata dove ogni personaggio ha qualcosa da recriminare a sé stesso, al mondo. Scurrile, sgraziata, politicamente scorretta, come i tempi che corrono. I personaggi sono presi dalle loro piccinerie, dall’invidia, dalla gelosia, dai sentimenti più turpi e volgari, ai limiti dell’assurdo. Eppure una società in crisi non può che riflettersi nella crisi degli esseri umani e quindi nella crisi dei personaggi e del linguaggio. Ma si riflette anche nella crisi della maschera, ovvero della forza mistica, pagana, primigenia del Teatro?. Del resto, contando i bambini morti di Gaza, osservando la guerra in Ucraina, i droni russi che sconfinano in Europa, la politica dei dazi di Trump, l’invasione delle automobili cinesi, gli screzi tra India e Pakistan… non è inimmaginabile pensare nell’anno del Giubileo 2025 a un presepe con una Madonna esausta, sfinita, sfibrata, a cui non resta che schiaffeggiare il prossimo suo, bestemmiando sé stessa e augurandosi che il mondo cambi in fretta, perché le sue lacrime di sangue non hanno sortito alcun effetto”. Mentre Susanna Schimperna nella postfazione sottolinea: “praticamente uno spaccato del sistema culturale attuale. Esagerato? Nemmeno tanto. Divertente? Molto. Che fa riflettere? Ovvio. In cui tutti (eccetto chi non vediamo) sono malmostosi, egoisti, egocentrici, spocchiosi, pretenziosi, smisuratamente ma del tutto inconsapevolmente cafoni”. Claudio Marrucci, poeta scrittore e traduttore, è romano di nascita ma livornese di origine (sua nonna aveva un banco di giocattoli al Mercato di Livorno), infatti nella copertina del libro è raffigurata la Madonna delle Grazie di Livorno, protettrice della Toscana. Le poesie di Marrucci sono state inserite nell’Antologia di Poesia Contemporanea Italiana, pubblicata nel 2025 dalla Phoenix Publishing di Nanchino, in Cina. Ha pubblicato diversi libri tra cui: il romanzo Ammettiamo che l’albero parli (Premio Città di Celano) e le raccolte poetiche Miles, e Soli d’Autunno e il libro di racconti Fantasme. Ha scritto drammaturgie per opere teatrali, spettacoli di teatro-danza e happening performativi, come Cécile Chaminade – La Giovane Mozart, ’Bout time, Soli d’Autunno e Fantasme. Insieme a Antonio Veneziani ha curato la rivista Ciclostile, a cui hanno collaborato tra gli altri Pedro Almodóvar, Gore Vidal e i premi Nobel Toni Morrison e Elie Wiesel.