
«Le indagini di caratterizzazione ambientale condotte da Acea Infrastrutture nel primo semestre del 2024 confermano in modo inequivocabile che l’area individuata per la costruzione del termovalorizzatore di Roma è contaminata da idrocarburi pesanti e IPA (idrocarburi derivati dalla combustione incompleta di materia organica come legna o carbone, ma anche di benzina e gasolio).
Siamo di fronte a un fatto gravissimo: non solo si procede nella realizzazione di un impianto di questa portata su un sito inquinato, ma si è omesso di avviare le procedure obbligatorie di prevenzione previste dall’articolo 242 del Codice dell’Ambiente. Una violazione che mette in discussione l’intero iter amministrativo.»
«Non è la prima volta che Acea segnala criticità ambientali nell’area — continua Zeppieri —. Già tempo fa, con riferimento al campo Pozzi Laurentino, la società aveva evidenziato la necessità di istituire aree di salvaguardia per proteggere le falde dall’inquinamento, salvo poi assistere all’archiviazione della richiesta da parte della Regione. Ora scopriamo che la stessa Acea, costruttrice dell’inceneritore, accerta l’inquinamento del suolo ma il procedimento va avanti come se nulla fosse.»
«Pian piano si stanno sgretolando tutte le certezze costruite attorno a questo progetto, e vengono alla luce numerose criticità che noi, come territori, denunciamo da tempo. Se solo il Commissario Straordinario Gualtieri ci avesse ascoltato, oggi non ci troveremmo di fronte a un impianto in un’area contaminata, con rischi ambientali e sanitari incalcolabili.
È necessario sospendere immediatamente la VIA e il PAUR e avviare tutte le procedure di caratterizzazione e bonifica previste dalla legge, prima che l’ennesimo errore politico si trasformi in un danno irreversibile per Roma e per il Lazio.»