
Pubblicata da Ensemble, la terza raccolta dello scrittore pontino s’intitola “Anche non far nulla costa fatica”
Così come nella seconda, anche in questa terza raccolta gli aforismi sono duecento. Nella prima invece erano contoottantacinque. Quest’ultima s’intitolava “Meglio povero che poveraccio”, la seconda “Di bugie campano tutti” e questa “Anche non far nulla costa fatica”. Pubblicata da Ensemble, è arrivata in questi giorni in tutte le librerie. L’aforisma, dal greco aphorismos, è un genere letterario che annovera grandi autori da Karl Krauss, uno dei massimi scrittori del secolo passato (1874-1936), a Novalis, da Giacomo Leopardi a Guido Ceronetti… solo per citarne alcuni. È proprio Krauss sostiene: “Uno che sa scrivere aforismi non dovrebbe disperdersi a fare dei saggi”. L’aforisma è parente stretto della massima, della sentenza, ed è vicino al proverbio. Capace di unire forma e contenuto, di cementare generale e parziale, è dilettevole e piacevole al tempo stesso. E anche in questa terza raccolta c’è tutto e il contrario di tutto: la saggezza popolare, spesso rischiosamente collimante col “senso comune”, e la distillazione faticosa della sintesi intellettuale, “filosofica”. Ecco alcuni esempi: “La bellezza, si dice, non è tutto nella vita, ma resta sempre un bel vantaggio”, “Il peggior tradimento è quello che si fa a sé stessi, alle proprie idee”, “ A settant’anni, è importante come stai, non come sei”, “La verità non si urla mai, si dice sempre a bassa voce” e “I pidocchi rifatti sono peggio dei vecchi pidocchioni”. “Come avevano compreso gli Antichi, e come ha riportato Freud nel nostro tempo moderno – scrive Rino Caputo nella nota introduttive della prima raccolta – il proverbio, la sentenza, il moto di spirito, l’aforisma appunto, rinunciano alla perfezione del periodo ampio, spesso ridondante, per esprimere, attraverso la via breve, il significato lungo e largo, nel tempo e nello spazio , delle cose del mondo, L’operazione verbale che congegna il discorso corto e trasforma nell’azione vitale che congegna la sequenza della Vita”. “Gli aforismi di questa prima raccolta – ha affermato Roberto Campagna – li appuntavo su fogliettini o pezzi di carta e poi riunivo quelli che non cestinavo. Li buttavo non perché non funzionassero o non mi piacessero, ma perché non pensavo di pubblicarli. Quando poi alcuni amici, a cui ogni tanto li leggevo o li regalavo, mi hanno spinto a proporli a qualche editore, sono riuscito a raccapezzarne solo centoottantacinque. Invece, così come quelli della seconda raccolta, questi li trascrivevo nel ‘fedele’ taccuino per poi riportarli in un file, numerandoli. Ciò dimostra, se ancora ce ne fosse bisogno, una mia predilezione stilistica e un metodo riflessivo che ha preso corpo”. “Ragionare per aforismi – scrive Gino Ruozzi, nella nota introduttiva della seconda raccolta – richiede profondità e rapidità, uno sguardo acuto e insolito sulle cose della vita. Le parole, che sono poche, devono però racchiudere tanto, sia in termini di continuità e verifica dell’esperienza sia in fulmineità eloquente e riassuntiva”.