
ASSOCIAZIONE 21 LUGLIO:
“VENGA DATO CONTO DEI DIRITTI VIOLATI
E OFFERTA SOLUZIONE ABITATIVA ALTERNATIVA”
Il 18 agosto scorso la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo (CEDU), Tribunale internazionale con sede a Strasburgo, è intervenuta sul caso dello sgombero di insediamenti rom in atto a Roma, nel Parco della Magliana, formulando al governo italiano richieste in merito alla situazione degli abitanti e, in particolare, chiedendo, dopo le azioni della ruspa di fine luglio, se e quale sistemazione abitativa alternativa fosse stata offerta, tenuto conto della presenza di persone vulnerabili.
Alcuni abitanti dell’insediamento, formalmente coadiuvati da Associazione 21 luglio con il sostegno della Rule 39 Pro Bono Initiative (un progetto di Pro Iura), avevano presentato lo scorso 14 agosto alla CEDU la richiesta di misure provvisorie ex articolo 39 del Regolamento CEDU, lamentando la violazione dell’articolo 3 della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo, a causa degli sgomberi già eseguiti e/o imminenti, disposti senza offrire soluzioni di ricollocamento alternative. Tali sgomberi, già avviati lo scorso 25 luglio, avevano costretto i ricorrenti – tra cui numerosi minori e soggetti vulnerabili – a vivere in condizioni incompatibili con la dignità umana, in contrasto con la norma convenzionale che tutela contro trattamenti inumani e degradanti.
L’operazione di sgombero, finanziata con fondi del Giubileo e portata avanti dalla Regione Lazio, aveva sollevato vibranti critiche nei giorni successivi da parte di Associazione 21 luglio, della Parrocchia San Gregorio Magno alla Magliana e del Nuovo Comitato di Quartiere, che avevano denunciato la violazione dei diritti umani.
Successivamente Associazione 21 luglio, insieme ad alcuni rom aveva presentato un ricorso d’urgenza contro la Regione Lazio presso il Tribunale di Roma, insieme ad alcune delle famiglie sgomberate alla Magliana, chiedendo la sospensione immediata delle operazioni di allontanamento al fine di tutelare la continuità scolastica dei minori, la salute delle persone fragili, il diritto all’abitare.
In assenza di un riscontro dal ricorso interno, come prevede il diritto internazionale, Associazione 21 luglio, con il sostegno della Rule 39 Pro Bono Initiative (un progetto di Pro Iura), si è rivolta alla CEDU, fiduciosa del fatto che la giurisprudenza della Corte internazionale riconosce costantemente la particolare vulnerabilità delle comunità rom e il corrispondente obbligo di proteggerle dagli sgomberi in assenza di un’adeguata sistemazione abitativa alternativa. L’offerta di un alloggio alternativo è generalmente considerata di importanza centrale in tali casi.
La Corte di Strasburgo, prima di un pronunciamento, ha chiesto chiarimenti al Governo italiano che entro venerdì 22 agosto dovrà fornire le dovute risposte.
Secondo Carlo Stasolla, presidente di Associazione 21 luglio: “Lo sgombero dello scorso 25 luglio nel Parco della Magliana, realizzato all’interno di un intervento legato al Giubileo della Speranza, rappresenta un evento di una gravità inaudita, avendo posto diverse famiglie in ulteriore condizione di vulnerabilità e con le abitazioni abbattute dalle ruspe. Auspichiamo – dichiara Stasolla – che con l’autorevole intervento della Corte Europea, le cui decisioni sono vincolanti davanti a qualsiasi autorità politica e tribunale nazionale, a livello locale si possa lavorare per garantire la sospensione delle azioni di sgombero e l’avvio di un processo volto al reperimento di soluzioni abitative adeguate in favore delle 36 persone, tra cui numerosi minori, che compongono la comunità. Su questo, come fatto in passato, ci poniamo a disposizione della autorità locali per individuare soluzioni adeguate, condivise, sostenibili”.
