
La recente riammissione di tutti i Comuni precedentemente esclusi dal riconoscimento UNESCO
della Via Appia come Patrimonio dell’Umanità rappresenta un passaggio storico per il nostro
territorio, riaffermandone il valore storico, paesaggistico e culturale e sancendo il legame
millenario tra i Monti Lepini, la Pianura Pontina e la “Regina Viarum”. «L’esclusione iniziale
del tratto che attraversa la Pianura Pontina aveva destato profondo sconcerto – ha dichiarato
Quirino Briganti, presidente della Compagnia dei Lepini – Non si trattava solo di una questione
formale, ma della rimozione di una delle opere più spettacolari dell’ingegneria antica, che
conserva ancora oggi un’evidente forza innovatrice. Il riconoscimento ora ottenuto riscatta un
tratto fondamentale della via Appia, non solo per il suo valore storico ma anche per il suo
significato simbolico per le nostre comunità». Particolarmente significativo è l’inserimento nel
Patrimonio dell’Umanità del tratto compreso tra il XIX e il XXIV miglio e del rettifilo
dell’Appia nella Pianura Pontina, comprese le diramazioni verso Lanuvio e Norba, quest’ultima
indicata come “arx in Pomptino”. Come chiarito nella lettera inviata dal Sottosegretario del
Ministero della Cultura al Presidente della Provincia di Latina e ai Sindaci interessati, il
perimetro proposto nel dossier originario è stato riconfermato, segnando così la piena
reintegrazione dell’intero tracciato. «Questo risultato – prosegue Briganti – rappresenta non solo
un giusto riconoscimento alla storia e alla geografia dei nostri territori, ma apre scenari nuovi per
una promozione culturale integrata della via Appia e delle sue aree limitrofe. È una vittoria che
rafforza l’azione sinergica che la Compagnia dei Lepini persegue da anni, specialmente
attraverso il lavoro svolto nel Sistema Museale dei Monti Lepini». Un ruolo di rilievo è stato
svolto dal Parco Archeologico di Norba, che ha lavorato con visione e dedizione sotto la
direzione della professoressa Stefanella Quilici Gigli, promotrice di numerose attività
scientifiche e divulgative rivolte anche a un pubblico internazionale. L’allestimento del museo è
stato aggiornato in questa direzione, con nuovi supporti in lingua italiana e inglese, a
dimostrazione dell’attenzione rivolta all’accessibilità e alla valorizzazione. «Ora che il
riconoscimento è realtà – conclude il presidente Briganti – dobbiamo rafforzare il nostro
impegno per la tutela e valorizzazione del patrimonio culturale dei Lepini, fatto non solo di beni
materiali, ma anche immateriali: storia, tradizioni, documenti, arte e memoria. Questo
patrimonio rappresenta l’anima della nostra identità culturale, ed è un dovere collettivo farlo
vivere e raccontarlo con rinnovata consapevolezza».