
In seguito alla recente segnalazione di 26 casi di infezione da West Nile Virus nella provincia di
Latina, Avis Provinciale Latina interviene con un messaggio di calma e consapevolezza.
La provincia di Latina è stata identificata come area a rischio per la circolazione del virus del Nilo
Occidentale (West Nile Virus), con tre persone decedute. L’ultima un uomo di 86 anni morto
all’Ospedale Santa Maria Goretti di Latina. Era tra i primi contagiati nel territorio ed era in terapia
intensiva, affetto da diverse patologie pregresse.
Al momento sono 44 i contagi, 41 sono nella provincia di Latina. La regione ieri ha
confermato altri 16 nuovi casi, accertati dai virologi dell’istituto Spallanzani. Tra questi,
quattro pazienti con sindrome neurologica e dodici con febbre.
In risposta, la Regione Lazio ha esteso l’esecuzione del test NAT (Nucleic Acid Test) a tutti i
Donatori di sangue del territorio, garantendo così la massima sicurezza trasfusionale e evitando la
necessità di sospensioni preventive.
In una nota ufficiale, Marcello Galloppa, Presidente di Avis Provinciale Latina, ha sottolineato
come:
“Non c’è motivo di allarmarsi: grazie all’implementazione dell’obbligo del test per la West Nile che
si aggiunge a quelli già effettuati per il pannello virale, le Donazioni restano sicure e regolari.
Questo sistema ci permette di operare con grande prudenza senza interrompere il servizio ai
pazienti che ogni giorno dipendono dalla solidarietà dei Donatori.”
Parallelamente, la Dott.ssa Stefania Vaglio, Direttrice del Centro Regionale Sangue del Lazio, è
intervenuta oggi al TGR Lazio, per ribadire il valore delle misure attuate:
“Non c’è nessuno stop alla Donazione, non si ritiene necessario perché esiste un test che viene
effettuato su tutti i Donatori della Regione Lazio contestualmente agli altri esami che di routine
vengono eseguiti sulla sacca al momento della Donazione. Per chi risiede invece fuori dalle
province interessate dall’attenzionamento per la casistica West Nile, esiste una sospensione di 28
giorni al ritorno nella propria residenza, o in alternativa la necessità di sottoporsi allo stesso test
NAT.
In caso di positività al test, il Donatore viene avvisato – ma parliamo di un soggetto sano in quanto
appunto Donatore – e gli emocomponenti che derivano dalla Donazione, eliminati.”
Secondo il modello già collaudato dal Centro Nazionale Sangue, nel Lazio e soprattutto nella zona
di Latina, l’applicazione del test ha dimostrato di essere uno strumento efficace per evitare la
trasmissione del virus in ambito trasfusionale senza interrompere le attività di raccolta sangue.
È lo stesso principio usato per HIV, HCV e HBV: invece di aspettare che l’organismo produca
anticorpi, il NAT “cerca” la presenza del virus nella sacca pochi giorni dopo l’infezione, riducendo
drasticamente la cosiddetta window-period , il tempo in cui il sangue può essere infetto ma i test
sierologici risultano ancora negativi.
Avis Provinciale Latina invita pertanto tutti i Donatori — vecchi e nuovi — a mantenere
fiducia e solidarietà, ribadendo che il messaggio fondamentale è: Donare con consapevolezza, e
senza alcuna paura.
Soprattutto in questo periodo, è importante non interrompere l’azione di solidarietà che permette
anche in estate – nonostante le difficoltà del caso – di assistere chi ogni giorno ha bisogno di
trasfusioni per malattie ematiche, incidenti, operazioni di routine o di urgenza. Niente stop – come
hanno riportato alcune testate giornalistiche allarmando la cittadinanza – solo maggiori controlli e
come sempre responsabilità. I malati non vanno in vacanza, e i Donatori lo sanno: con il loro gesto
di solidarietà anonima, volontaria e gratuita, continuano ad essere al fianco di chi ha bisogno, ogni
giorno dell’anno.