
Gli appuntamenti fino 24 al 26 luglio della XIV edizione della rassegna
promossa dall’Associazione Pro Loco Sabaudia.
La rassegna accoglie tre novità: la grande voce di Sergio Vespertino che incontra Ulisse, il delicato racconto degli antipodi di Francesco Stella e la leggerezza brillante di “Sali o scendo?”
Incessanti rimandi tra alto e basso, lirico e prosaico, comicità e momenti di intensa commozione, complessità e leggerezza, attraversano da quattordici anni il racconto de Il Parco e la Commedia. E questo scambio tra toni e registri scandisce anche i prossimi tre appuntamenti – da giovedì 24 a sabato 26 luglio – della rassegna teatrale promossa dall’Associazione Pro Loco Sabaudia, in collaborazione con l’Ente Parco nazionale del Circeo, con il patrocinio di Regione Lazio, Confcommercio Lazio Sud e UILT-Unione Italiana Libero Teatro.
Tre nuove realtà, per la prima volta ospiti della rassegna, per sguardi capaci di attraversare gli opposti, i conflitti tanto interiori, che impongono di misurarci con l’altro, quanto con il proprio presente, le sue regole e le sue parzialità. Sul palcoscenico a cielo aperto si intrecciano narrazioni che toccano la memoria e il mito, le ferite dell’animo e dei rapporti interpersonali. La XIV edizione è un invito a percorrere questi attriti vitali: tra ironia, poesia, leggerezza e profondità. Un viaggio teatrale che non offre soluzioni, ma spalanca domande.
Giovedì 24, come sempre alle 21, si riparte proprio da una domanda: “Sali o Scendo?”, prima produzione della compagnia Citofonare Teatro, nata dall’incontro tra attori provenienti da esperienze amatoriali diverse, uniti dalla voglia di portare in scena storie che parlano al cuore del pubblico. Lo spettacolo, diretto da Alessandro Cianfanelli, è tanto brillante quanto profondo: la leggerezza si intreccia con la malinconia e il gioco teatrale si fa strumento di racconto e di verità. Davanti a un portone, tra equivoci, attese e amori improbabili, si intrecciano le storie di Attilio, romantico in cerca del grande amore, Serena, tormentata dal suo ex Paolo, e Tiziana, dalla personalità imprevedibile. Una serata fatta di incontri surreali, dialoghi vivaci e una verità semplice: quando si parla d’amore, restare o andare è sempre una questione complicata.
Venerdì 25 cambia il registro, con un racconto delicato, poetico, capace di portare in scena il più impossibile dei saluti e, tra più di un sorriso nonostante la commozione, risalire in sella e ricominciare a pedalare. “Chi muore si rivede”, di e con Francesco Stella in scena insieme a Giuliano Calandra, con la regia di Nicola Pistoia, è uno spettacolo che gira l’Italia ormai da qualche anno ed è stato inserito anche nella Top 20 teatrale 2018 dalla rivista Media & Sipario. Protagonisti sono due colleghi, ma anche due amici e, soprattutto, due impresari di onoranze funebri. Due “becchini”, insomma. Sperduti in mezzo alla campagna, senza benzina e con un funerale che attende solo loro, Daniele e Nicola competono araffiche di battute in un duello comico continuo e senza tregua in cui alla risata s’alterna, improvvisa, l’emozione. Proprio come ad una salita segue una discesa: una competizione epica come tra Coppi e Bartali, amici ed eterni rivali. Come tra la Vita e la Morte, con cui i due si confrontano ogni giorno.
Sabato 26, sul palcoscenico vegliato dalla Circe, è il mito a prendere forma con “Ulisse incontra Ulisse”, di Beatrice Monroy e Sergio Vespertino, protagonista della scena, con musiche di Virginia Maiorana, per una produzione Agricantus di Palermo. Ulisse è ora disarmato, con il grande viaggio e le grandi imprese alle spalle, è forse esposto al più grande dei pericoli: se stesso. Arrivato alla corte dei Feaci, ha il solo obiettivo di tornare a casa e ricomincia il racconto. Si presenta con il nome che in quel momento è l’unico a rappresentarlo: il mio nome è Odio, cominciando a tessere le vicende di un guerriero, ma soprattutto di un reduce, costretto a compiere un lungo percorso per ritrovare se stesso e non essere più Odisseo. Così narra da reduce di uomini che hanno vissuto l’inferno e che non sono più tornati. A lui invece, non come i suoi compagni, è concessa questa opportunità. Lui può tornare a casa ma per tornare è necessario che si purifichi, che diventi consapevole della violenza agita e della distanza accumulata dal mondo. Sarà Circe, la maga, a guidarlo in un passaggio necessario tra profezie, sirene, ciclopi e venti avversi, fino al punto in cui potrà finalmente dire il mio nome è Ulisse. Ma mentre torna verso casa, non ha più voce, è solo un punto all’orizzonte, una vela latina. Da Itaca, guardando il mare e il padre di nuovo fuggito, Telemaco ci parla di “Nessuno”, di un uomo senza nome. Lì, su quella barca, Ulisse è ancora un uomo in cerca di altri mondi, è l’avventura e la ricerca dell’intera umanità. Sergio Vespertino, attraverso la sua capacità narrativa di intrecciare stili e registri, di procurare repentinamente tanto lacrime quanto grandi risate, si trasforma mirabilmente nel re acheo, ma stavolta non è di certo l’eroe a parlare attraverso il timbro inconfondibile della sua parlata siciliana, rimasticata, ripulita, innalzata o abbassata assecondando il racconto.
L’evento, come è stato fin dalla prima edizione, manterrà la gratuità d’ingresso, grazie all’imprescindibile sostegno economico di attività produttive che rinnovano sempre in modo crescente il loro contributo e consentono di portare in scena sedici serate di teatro, dialogo e collaborazione.
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