
“Dirigenti accusati di aver coperto l’imprenditore Mirko Pellegrini”
Corriere della Sera
L’indagine della Procura sull’associazione a delinquere che otteneva appalti per il rifacimento delle strade pagando mazzette a tecnici comunali
I vertici di Blu Banca, l’Isitituo di credito con sede a viale del Caravaggio e che fa capo alla Banca Popolare del Lazio, sono coinvolti nell’indagine che due settimane fa ha portato in carcere l’imprenditore Mirko Pellegrini.
Venerdì si è tenuto il loro interrogatorio «preventivo» davanti al gip per valutare l’interdizione dallo svolgere la loro attività come ha chiesto il pm Lorenzo Del Giudice. La decisione forse già lunedì.
Blu Banca, chi è coinvolto
Pellegrini è stato arrestato assieme ad altre quattro persone (tra cui il fratello) perché ritenuto il capo di una associazione a delinquere che otteneva appalti sul rifacimento delle strade grazie a un cartello di imprese nascosto dietro prestanome e poi lucrava sui lavori pagando mazzette a tecnici comunali che annacquavano i controlli sulla qualità dei lavori.
Parallelamente, il 47enne è accusato di aver avuto la fondamentale spalla in altri mancati controlli, se non qualcosa di più, nella filiale della Blu Banca di Grottaferrata presso la quale gestiva in prima persona 200 conti correnti e 33 depositi di titoli intestati a terzi.
II vice direttore generale dell’istituto di credito, Fabrizio Giallatini, il responsabile del servizio antiriciclaggio, Ettore Bossoli, il dirigente delegato alla segnalazione di operazioni sospette, Carla Perrini, il direttore dell’area territoriale Lazio Sud, Antonio Baccari, il gestore corporate dell’area Lazio Sud, Flavio Ciccarelli, la direttrice della filiale di Grottaferrata, Debora Savina, e il suo vice, Domenico Mauro, sono accusati di concorso (morale e pratica) nella fittizia intestazione e ricettazione dei beni e del riciclaggio del denaro del gruppo Pellegrini perché — si legge nel capo d’imputazione — «in sistematica, consapevole e volontaria violazione di obblighi giuridici, omettevano di segnalare le operazioni bancarie sospette e così agevolavano le condotte» penali contestate all’imprenditore, che annoverano anche la turbativa d’asta su una lunga lista di appalti ancora sotto la valutazione del Nucleo Pef del comando provinciale della finanza con il coordinamento del procuratore aggiunto Giuseppe Cascini.
Gli appalti
Oltre alla manutenzione stradale, infatti, le 17 imprese che fanno capo a Pellegrini, un vecchio coinvolgimento in una indagine di ‘ndrangheta, spaziano dai lavori per il Giubileo a quelli per la Ryder’s Cup, dalle commesse Anas per il Gra alla segnaletica negli aeroporti fino alla ristrutturazione della scuola di polizia (appalto del Viminale) e quello della cittadella giudiziaria (ministero della Giustizia). Anche Pellegrini e gli altri arrestati sono stati già interrogati, avvalendosi però della facoltà di non rispondere. Tornando alla Blu Banca, le intercettazioni rimandano la «plateale violazione di qualsiasi norma relativa al contrasto del riciclaggio», scrive il gip. A Pellegrini facevano diretto riferimento i dipendenti della banca con i quali «aveva stretto un rapporto molto confidenziale e fiduciario».